Cuffaro: “Il pianeta senza di noi sta bene, ricordiamoci di essere ospiti, non padroni”

Questo è uno dei passaggi del discorso (che riportiamo integralmente) tenuto dal sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro, in occasione del Primo Maggio. Tanti i temi toccati dal primo cittadino, che ha spaziato su argomenti di natura internazionale, nazionale, regionale e anche locale, aventi tutti come sfondo l’attuale crisi dovuta al virus che imperversa in tutto il pianeta.

Cittadini lavoratori lavoratrici giovani oggi 1 maggio Festa dei lavoratori ricorrenza che celebriamo senza dubbio in uno scenario mai immaginato proprio in questo anno che si annunciava memorabile per la nostra comunità in quanto avrebbe accolto per la prima volta la manifestazione “ GIOVANI IN FESTA”
So che ci siete e che mi state ascoltando o mi ascolterete ma non siete qui presenti come siamo abituati a vivere questa ricorrenza non siete qui a riempire questa Piazza da anni simbolo di questa celebrazione.
Io ho voluto comunque esserci anche in questo particolare momento in questa situazione drammatica per l’intero Paese e per tutti i Paesi del mondo proprio per celebrare questa giornata e per lanciare un grido di speranza.
All’emergenza sanitaria, scandita dai numeri dei morti e dei ricoverati si è sommata l’emergenza sociale ed economica con centinaia di migliaia di imprese e attività ferme milioni di lavoratori in cassa integrazione disoccupati e, soprattutto, nuovi poveri.
Ho voluto esserci perché questa festa ogni anno si propone come momento di unione e di riflessione.
Prima di entrare nel vivo del mio discorso voglio ricordare come Sindaco e come cittadino l’Assessore il Vice-Sindaco Il Medico e l’Amico di tutti noi Franco La Porta oggi giorno del suo compleanno e del Sen. Salvatore Di Benedetto anniversario della sua scomparsa.
Il 1 maggio è la festa della nostra democrazia ma l’immagine che abbiamo di fronte ci riconduce a quella che era l’Italia alla fine della II Guerra mondiale un Paese prostrato che ritrovava la sua unità intorno alla Carta Costituzionale per iniziare la ricostruzione.
E’ proprio oggi, come allora abbiamo bisogno di ripartire dalla Costituzione che pone il lavoro a fondamento della Repubblica, perché considera la persona la sua libertà la sua partecipazione il suo sviluppo integrale come il perno della società come il centro dell’ordinamento come la misura delle sue regole.
Noi cittadini Italiani siamo orgogliosi della nostra Carta Costituzionale la assumiamo come una costante sollecitazione a superare gli ostacoli che si frappongono a una piena affermazione del diritto al lavoro a un buon lavoro.
Il lavoro consente di vivere con dignità di contribuire al benessere di tutti di passare il testimone della vita alle generazioni future.
Come dice Papa Francesco “Il lavoro ci unge di dignità ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora agisce sempre; dà la capacità di mantenere sé stessi la propria famiglia di contribuire alla crescita della propria Nazione”.
Solo attraverso il lavoro potremo far ripartire il nostro Paese la nostra Nazione riprendere i legami delle nostre comunità riedificare l’alleanza sociale.
Questo virus ci ha fatto comprendere quanto è importante la solidarietà la reciproca dipendenza e la capacità di fare squadra per essere più forti di fronte alle emergenze.
Lo faremo tutti insieme Istituzioni parti sociali organizzazioni sindacali e soprattutto tutti i cittadini orgogliosi di essere italiani.
Nel contesto di ciò che stiamo vivendo oggi è doveroso ricordare le famiglie che hanno subito perdite umane. l sacrifici degli operatori sanitari stremati ma animati dalla voglia di aiutare il più possibile il mondo dei lavoratori che hanno visto prima rallentare e poi fermare la propria attività.
Sì, il 1 maggio oggi è una festa, una festa che celebra l’essenza dell’essere umano ma che ci invita a ricordare A ricordare quanti per questo valore essenziale ed irrinunciabile hanno sacrificato le proprie vite.
Un evento che ha un significato importante a livello sociale è una lunga storia fatta di lotte per i diritti dei lavoratori e per creare condizioni di lavoro più umane.
Ogni primo maggio è un messaggio, che va cercato, scoperto e decifrato nelle pieghe del nostro presente, nei suoi dolori ma anche nelle sue speranze nell’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione ma quest’anno a differenza degli altri anni nel messaggio c’è anche la speranza e l’impegno di potere ritornare al proprio lavoro oltre che a generare lavoro per tutti per potere sostenere la propria famiglia.
Ma c’è anche un altro messaggio il lavoro è un diritto per l’essere umano, e ciò che gli dà dignità ma l’uomo nel riconoscere questo diritto non deve ledere il diritto e rispetto di tutto ciò che lo rende tale il rispetto della natura dell’ambiente in cui lui stesso vive bisogna lavorare e creare lavoro ma rispettando il mondo nelle sue varie componenti perché questa pandemia con i suoi effetti ci mostra uno scenario completamente inedito.
Tutte le questioni che fino al giorno prima ritenevamo importanti sono state spazzate via vivendo nelle nostre case da reclusi e non da padroni mentre il mondo fuori continua la sua vita Cito una frase che ho letto in questi giorni e che mi tuona continuamente in mente ”il mondo ci dice che non siamo necessari l’aria, la terra l’acqua e il cielo senza di noi stanno bene. Quando torniamo ricordiamoci di essere ospiti e non padroni”.
Impossibile prevedere come la storia racconterà questo momento ma è evidente che la quarantena ci fornisce anche il tempo per ripensare le nostre priorità individuali e collettive.
Siamo in una crisi economica del tutto nuova che riguarda sia la domanda che l’offerta …e che impone un ripensamento al progetto di un mondo globalista.
Se i quasi otto miliardi di esseri umani abbiamo deciso di dichiarare guerra all’ambiente non ha senso continuare a pensare in una crescita infinita Questo virus come tanti altri Ci hanno insegnato che non hanno confini ma che in un certo qual senso li hanno creati.
Durante il tempo di questa pandemia il popolo italiano sta dando fiducia al Governo, ma l’Unione Europea è stata la brutta copia di se stessa…se non vogliamo correre il rischio di fortificare gli autoritarismi a discapito delle democrazie. Bisognerà ripartire dal riconoscere che questa crisi investe tutti e capire che solo insieme si può trovare una soluzione, bisogna sostituire al principio individualistico quello della collettività e identificare nella salute la priorità globale.
La sfida con la globalità si vince anche conservando le nostre zone dell’eccellenza … della particolarità il nostro made in Italy non solo nella moda, ma anche nell’agricoltura nell’industria nell’artigianato nel turismo nella Sanità.
Oggi occorre avere la capacità di unirsi di unire tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali e rivedere la produzione interna del nostro paese… riprogettandola partendo dai cambiamenti che viviamo in questi giorni … che stanno sfociando anche a creare una nuova realtà.
Uniti pensiamo a costruire il nuovo futuro basato sul rispetto dell’ambiente e sul lavoro dobbiamo ricreare le condizioni di indipendenza… autosufficienza libertà e dignità quanto per l’uomo quanto per l’ecosistema.
Ho intenzione di istituire, e voglio qui sottolinearlo, un tavolo tecnico permanente per affrontare tutte le problematiche connesse con la ripresa sociale ed economica del nostro comune. Tavolo composto da rappresentanti di tutte le categorie produttive per contribuire in maniera propositiva ad adeguare i nostri regolamenti alle nuove esigenze.

Per quanto riguarda i progetti avviati per la nostra comunità vi voglio dire che la pandemia ha rallentato ma non fermato i lavori per la loro realizzazione… progetti che senza questo fermo alcuni sarebbero già realizzati o in fase di realizzazione e che consentiranno, comunque nel prossimo futuro un investimento di oltre 30 milioni di euro sul nostro territorio
Brevemente ve li riassumo:
il completamento e la messa in sicurezza anche sotto l’aspetto della vulnerabilità sismica delle nostre scuole “G. Garibaldi”’, “Alessandro Manzoni”, “Galileo Galilei” ed “Arcobaleno;
la riqualificazione del Centro Storico con la Cittadella sportiva, il rifacimento della Piazza Progresso, il consolidamento e messa in sicurezza di edifici nel quartiere abbandonato tra via Don Castrenze e la zona del Canale, lo storico progetto del Rione Barca, il progetto di riqualificazione della via nazionale, via rosario e via e piazza calvario;
il rifacimento di tutta la pubblica illuminazione con lampade a led di ultima generazione oltre ad ampliare la stessa su altre zone e via ad oggi sprovviste.
il rifacimento dell’asfalto per oltre 200 strade;
la realizzazione della strada Raffadali-Ioppolo e la strada di collegamento Raffadali – Siculiana;
sono in fase di ultimazione le costruzione delle gentilizie del nuovo cimitero e stanno per iniziare i lavori di riqualificazione della parte vecchia;
Tutto ciò che ho sinteticamente enunciato … metterà in atto diverse attività che daranno una spinta importante all’economia locale… creando lavoro e con esso dignità ai lavoratori.
È frutto dell’attuale amministrazione il rifacimento di molte strade limitrofe al paese che collegano le contrade per fare ciò abbiamo chiesto ed ottenuto la compartecipazione delle famiglie ivi residenti tante ne sono state fatte e colgo l’occasione per dire che …ancora altre se ne possono realizzare se ci sarà la collaborazione e la compartecipazione dei cittadini residenti.

Oggi ricordiamo anche gli incidenti sul lavoro che in un paese civile come il nostro non possono più essere considerati tragiche fatalità.
Analizzando il dato oggi ci si accorge che alla categoria degli operai dato più ricorrente si è aggiunta quella degli operatori del mondo sanitario
A loro ed a tutti gli altri lavoratori caduti sul lavoro indirizziamo il nostro commosso pensiero E per tutti, auguriamo un futuro che veda più lavoro ma anche più sicurezza Perché si può morire per il lavoro come ci insegna la storia del 1° Maggio ma non si può e non si deve morire di lavoro.
Concludo lanciando una sollecitazione: tutti vogliamo che le cose vadano meglio tutti ce lo auguriamo per arrivare a questo risultato però è necessario ritornare ad una visione del mondo come bene comune il bene pubblico concepito come bene di tutti e non di nessuno e quindi salvaguardarlo come ognuno di noi salvaguarda il bene di sua proprietà.
Con questo dico a me stesso ed ad ognuno di voi che ciascuno nel nostro piccolo dobbiamo fare il proprio dovere come abbiamo dimostrato di saper fare in questi giorni.
Oggi il primo dovere è rispettare le regole cominciando da quella per noi e il nostro modo di vivere impensabile che è la distanza sociale e l’utilizzo dei dispositivi di prevenzione individuale.
Rispettando queste regole salvaguardiamo noi, la nostra famiglia, la nostra comunità e noi essere umani riaccendendo la speranza di un imminente ritorno alla vita al lavoro consapevoli che tutto dipende dal comportamento di ciascuno di noi .
UNITI CE LA FAREMO
VIVA il 1° Maggio …VIVA RAFFADALI
VIVA la REPUBBLICA Italiana

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