Doveva essere una giornata memorabile, quella che Raffadali avrebbe vissuto oggi, grazie a due straordinari eventi come quello del Giovaninfesta e del Primo Maggio raffadalese, che si sarebbero dovuti svolgere in simbiosi proprio oggi.
E invece il destino (coronavirus) ha voluto tutt’altro e ha deciso di annullare tutti i preparativi e tutte le ansie che già da tempo erano nell’agenda quotidiana di tanti.
Un primo Maggio di silenzio, abbiamo titolato, rotto soltanto dagli altoparlanti che, sulle auto, hanno fatto il giro della città diffondendo le note, che hanno ricordato (senza lo stesso effetto) quelle suonate dalla banda musicale.
Su iniziativa del PD locale una delegazione del partito, guidata dal segretario Totò Gazziano, assieme al sindaco e a pochi altri ha deposto un mazzo di fiori sulla lapide di Cesare Sessa. La via Nazionale, desolatamente vuota, ha accolto, quasi sorpresa, il mini corteo che si è spostato dal comune fino alla piazzetta di fronte la chiesa del Carmelo.
E proprio al suo interno si è svolta, in streaming, la conferenza con una delegazione di giovani di Raffadali che avrebbero animato Il Giovaninfesta in questa giornata. Alla riunione ha partecipato il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro, l’arciprete don Stefano Casà e c’è stata la preziosa presenza del Cardinale Don Franco Montenegro.
A chiudere questo insolito Primo Maggio, i discorsi (non comizi) dal balcone del Palazzo di Città in via Nazionale, del rappresentante dell’opposizione Salvatore Giannino Lombardo, del segretario locale della CGIL Giovanni Mangione e a conclusione quello del sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro. Per tutti la speranza è quella di ritornare al più presto alla vita alla quale eravamo abituati fino a pochi mesi addietro.