Raffadali si è stretta attorno alle bare bianche di Martina e Gaetano

Si è fermata l’intera comunità raffadalese oggi pomeriggio in concomitanza con i funerali di Martina Alaimo e Gaetano Maragliano, i due giovani 17enni periti tragicamente mercoledì scorso in seguito all’incidente stradale lungo la statale 118.

Autorità politiche, civili, militari e religiose hanno omaggiato le salme dei due sfortunati ragazzi. Ad officiare la cerimonia Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento, che non ha voluto far mancare la sua vicinanza alla comunità raffadalese, così duramente colpita.

E proprio l’Arcivescovo nella sua omelia, rivolgendosi ai familiari, straziati dal dolore, ma estremamente dignitosi nella loro compostezza, ha detto tra le altre cose: “Nessuno di noi oggi vorrebbe trovarsi qui, se ci siamo è per gridare con Marta, la sorella di Lazzaro, da una parte disperazione – Signore se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto – Questo è un pensiero che molti di noi hanno formulato.

Anche noi, di fronte a ciò che è inspiegabile, che non trova motivazione, pensiamo: Ma dov’era il Signore in quel momento? È questo che fa Marta ed è questo quello che molti di noi, me compreso, ci siamo chiesti in occasioni tristemente imprevedibili nelle quali ci siamo imbattuti.

Ma insieme a questo grido di disperazione di Marta, nella stessa persona c’è la speranza, Sì, Signore io credo che tu sia il Cristo, il figlio di Dio che deve venire nel mondo. Non è facile, si affollano nella nostra mente e nei nostri cuori, nella mente e nel cuore dei papà e delle mamme tante domande, tanti perché e incalzano i “se”: e se non ci fosse stato il cattivo tempo? E se non avessero preso in quel momento la strada? Ci vuole di fronte a certi eventi della vita il coraggio di non avere risposte e di non affannarsi a cercarle…

Gaetano e Martina non sono morti, ma sono nati, sono nati al cielo, mentre noi continuiamo a partecipare, con tutta la Creazione, all’attesa della rivelazione dei figli di Dio”.

Al termine della cerimonia il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, nel ricordare le due giovani vite strappate alle loro famiglie e all’intera comunità si è rivolto ai tanti giovani presenti in piazza: “A voi giovani che siete stasera presenti e no, voglio dirvi di vivere la vita sicuramente con l’entusiasmo che vi appartiene, con la spensieratezza tipica della vostra età, di inseguire i vostri sogni e desideri, ma badate a essere sempre prudenti ed estremamente responsabili.

Siate liberi! Respingete con forza tutte le tentazioni che vi possono rendere dipendenti e vi allontanano dalla realtà, rendendovi schiavi. Perché basta un attimo e la vita può fuggire via, lasciando dietro di sé, solo sconforto e dolore.

Quel dolore che stanno vivendo questi genitori. Ecco, l’unica cosa che mi sento di dire a questi genitori è che non sarete soli a piangere i vostri figli, ma un’intera comunità, perché anche figli nostri”.

Al termine tutti i presenti sono sfilati in ordine e in silenzio accanto alle bare di Martina e Gaetano, prima del loro ultimo viaggio, e come nella vita, una accanto all’altro.

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